La street photography è istinto puro. La capacità di prevedere che qualcosa sta per accadere in un preciso momento è stata la fortunata e innata capacità di alcuni grandi fotografi che, di fatto, hanno inventato questo genere. D’altronde, nella storia, il fascino dello “scatto rubato” ha conquistato tanti grandissimi fotografi. Henri Cartier-Bresson fu uno dei primi e forse rimane il più famoso. Ma anche Robert Frank, Elliott Erwitt, Brassai, Vivian Maier e gli italiani Scianna e Berengo Gardin rimangono grandi esponenti di questo genere fotografico.
La fotografia, fino ad allora, era intesa come immagine statica, perfetta parziale riproduzione della realtà “letta dall’obbiettivo” ma pur sempre immobile, statica. Tutto ciò era evidente per la storia tecnica e artistica della fotografia. I suoi ingombranti mezzi e l’accostamento alla pittura di fine ‘800, ne facevano una forma d’espressione moderna ma tradizionale nella rappresentazione visiva.
Con l’avvento del piccolo formato, delle macchine fotografiche facilmente trasportabili, persino tascabili, il linguaggio cambiò radicalmente. Quello che era erano tabù fino a quel momento, il mosso, la spontaneità, lo scatto rubato, divennero rapidamente il nuovo stile, il nuovo linguaggio.
Da quel momento non ci sono stati più confini e regole. Oggi la street photography è un genere che abbraccia mille generi. Questa forma di declinazione del linguaggio fotografico vede innumerevoli stili e generi, due soli esempi per comprendere l’ampio spettro di stili che vanno sotto l’etichetta di street photography: Martin Parr e Bruce Gilden. Surreale e visionario il primo, ineffabile ricercatore di sorprendenti ritratti, il secondo.
Il libro di Alex Webb e Rebecca Norris ci fornisce gli strumenti per comprendere un’altra declinazione della street photography, quella poetica. Non è un paradosso associare questi due termini, apparentemente così distanti, come la poesia e l’istintività di uno scatto rubato, preso al volo, spesso non ponderato.
Alex Webb è probabilmente uno dei più grandi interpreti contemporanei di street photography.Una delle sue caratteristiche principali, che lo rendono riconoscibilissimo, è la ricerca di una composizione molto complessa.
Ogni sua immagine racconta più storie, tutte legate tra loro, grazie all’uso abile di colori intensi e ombre nette. Per Alex Webb la composizione ha delle regole ben precise, da cui difficilmente deroga.
Rebecca, invece, preferisce una fotografia più intima e profonda. Concentrandosi più sul dettaglio, rispetto alla fotografia più “classica” di Alex. Rebecca Norris ama sperimentare, cercare inquadrature innovative, essere libera da vincoli grafici e fotografici.
Questo libro non è un manuale di fotografia in senso stretto, non consiglia obiettivi o descrive come tenere in mano la macchina fotografica. Non è nemmeno un libro fotografico, nonostante le innumerevoli immagini contenute al suo interno.
Questo libro dà la possibilità di ampliare la visione fotografica, ma soprattutto cambierai il tuo approccio alla street photography.
Gli autori, infatti, attraverso diversi esempi, mostreranno come iniziare un racconto fotografico attraverso l’analisi degli elementi presenti che ci circondano.
All’interno di Street Photography e immagine poetica troverai anche suggerimenti su come muoverti in strada, sull’attesa necessaria prima di scattare, sul modo di porti davanti alla gente. Ma troverai anche una serie di suggerimenti tecnici su come guardarsi intorno, su come stare attenti a colori, toni e bordi, su come “leggere” il paesaggio e su come scegliere le proprie foto, una volta a casa.