Trump vota con Putin e giura: “Mosca accetterà truppe UE” 

All’ONU gli Stati Uniti si schierano con la Russia contro l’Ucraina. La Lega si oppone all’invio di soldati italiani, mentre Trump rassicura: “Nessun rischio di escalation” 

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Dovremmo ancora fidarci dell’America?

Tra ambiguità diplomatiche e promesse improbabili, Trump e Putin sembrano giocare la stessa partita.

E l’Europa? Resta a guardare.

C’era una volta l’Occidente compatto contro l’aggressione russa. O almeno così ci avevano raccontato. Poi arriva il voto all’ONU: gli Stati Uniti si schierano con la Russia contro l’Ucraina. Sì, avete letto bene. Washington, che ha versato miliardi per sostenere Kiev, improvvisamente fa comunella con Mosca. Ma tranquilli, è solo un caso, un errore di battitura, una svista diplomatica. O forse no?  

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Tra ricatti ed estorsioni, la linea americana

Nel frattempo, il neo-presidente americano, noto per le sue piroette verbali, se ne esce con un annuncio sorprendente: Putin sarebbe pronto ad accettare truppe europee in Ucraina. Certo, perché la Russia ha sempre accolto con gioia le “forze di pace” occidentali sul proprio territorio di conquista.

Sì, come no.

Perché ovviamente Putin non ha mai ingannato nessuno, non ha mai violato accordi, non ha mai invaso territori altrui. Sarà sicuramente entusiasta di vedersi arrivare un contingente UE a pattugliare il Donbass.  C’era una volta la grande narrativa dell’Occidente unito contro l’aggressione russa. Poi, con un colpo di scena degno di una sceneggiatura mal scritta, ecco che gli Stati Uniti di Trump votano con la Russia all’ONU contro l’Ucraina. Chissà, forse domani Trump ci dirà che il Cremlino sta preparando una festa di benvenuto con tè e pasticcini per i soldati UE.  

Ma non preoccupatevi, non è un tradimento, è solo… diplomazia creativa? 

E dalle nostre parti?

Mentre gli equilibri mondiali traballano più di un equilibrista ubriaco e i leader europei si interrogano su questa “geniale” proposta,  in Italia la Lega si affretta a dichiarare che no, i soldati italiani non si muoveranno. Troppo rischioso, troppo complicato, meglio guardare altrove.

Curioso, considerando che Salvini non perde occasione per dichiararsi amico di Trump e, nei ritagli di tempo, anche di Putin. Ma non sia mai che l’Italia si prenda qualche responsabilità nel caos geopolitico che tutti fingiamo di non vedere.  Per Salvini vale anche adesso il concetto “Prima gli italiani”… E noi italiani conosciamo bene gli effetti dei proclami che iniziano con “Prima…”: “il suo vicepremier lo ha declinato in tutte le salse”, prima i lombardi, poi il Nord, poi la Padania, poi i siciliani, i campani, gli abruzzesi, i pugliesi… e infine, forse, gli italiani. Insomma, sappiamo già come va a finire questa storia. 

Dopotutto, prendere una posizione chiara è un lusso che certi leader evitano con cura, specie quando si tratta di scegliere tra Washington e Mosca.  

E Giorgia Meloni?

Dopo il mirabile discorso alla convention dei conservatori americani – quella dove Bannon ha salutato con il braccio teso – la nostra presidente del Consiglio si è distinta per un dicorso di rara e raffinata tecnica di Cerchiobottismo, ma di questo ne parleremo presto.

Alla fine, la vera domanda è: c’è ancora una differenza tra Trump e Putin? Uno mente senza pudore, l’altro con più raffinatezza. Uno invade, l’altro promette soluzioni miracolose senza mai sporcarsi le mani. Ma il risultato non cambia: entrambi puntano a un’Europa debole, divisa, incapace di prendere in mano il proprio destino.  

Cosa ci attende?

E noi? Continuiamo a rincorrere le loro mosse, illudendoci che dietro ci sia una strategia politica, mentre i nostri leader ondeggiano senza una direzione chiara, incapaci persino di scegliere da che parte stare.

Se questa è l’America su cui dovremmo fare affidamento, forse è ora di smettere di raccontarci favole e restiamo nel mezzo, a chiederci se questa America sia davvero il nostro alleato o solo il prossimo problema da risolvere.

Non so voi ma io mi chiedo che futuro stiamo preparando per le prossime generazioni?

2 Comments

  1. Grazie per ciò che scrive.
    Ho 78 anni compiuti ma non sono mai riuscita a capire determinati fatti.
    Leggendo od ascoltando ciò che ci illustra con i suoi scritti mi sta aprendo il mio sguardo in un orizzonte più ampio e profondo.
    Aspetto ogni giorno di trovare un suo scritto.

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