Buona domenica

Gli americani cominciano a capire davvero dove li sta conducendo Trump?
6 Aprile 2025
3 mins read

Eppure, questa potrebbe essere una domenica diversa, se confrontata con quelle che l’hanno preceduta, quelle segnate dagli annunci di dazi e dalle minacce che hanno scosso il mondo intero. Una domenica che potrebbe rappresentare un nuovo inizio, una luce che comincia a emergere nel buio. La parte sana e intelligente di quel grande Paese nordamericano, che per troppo tempo è rimasta in silenzio, finalmente sta trovando il coraggio di farsi sentire. Si alza una voce che dice no, una voce che rifiuta il caos e la distruzione seminati da politiche insensate. Comincia a farsi strada una narrazione diversa, quella della verità, quella di un’America che non cede alla retorica dell’odio e della divisione, ma che vuole tornare a essere se stessa, a rappresentare i valori di giustizia, uguaglianza e solidarietà. Mentre il resto del Paese sembra rispondere solo con l’eco di scelte politiche disastrose, di un’America che rischia di perdere la sua essenza più profonda, c’è una crescente consapevolezza che il futuro non può essere scritto con il timore e la prevaricazione, ma con la forza della cultura, della ragione e dei diritti umani.

L’America diventata nemica

Un’America che, da un momento all’altro, si è tramutata da esempio di democrazia e progresso in un’entità che respinge con violenza ogni principio di giustizia sociale ed economica. La promessa di dazi, la logica di una guerra commerciale, il ritorno a politiche protezionistiche non solo danneggiano l’economia globale, ma rischiano di isolare l’America stessa, rendendola nemica degli altri e, peggio ancora, nemica di sé stessa.

Le foto che vedete sono state postate da una cara amica che vive a New York. Una persona discreta, lontana dai social, ma che oggi ha sentito il bisogno di rompere il silenzio, di farsi sentire. Non una denuncia, ma una testimonianza: c’è un’altra America. Quella che non si arrende, che non si fa ingannare da chi, con promesse vuote, tenta di svendere il suo spirito. Un’America che ha visto crescere geni come Philip Roth, F. Scott Fitzgerald, John Steinbeck, J.D. Salinger, Ray Bradbury. Quella stessa America che non ha paura di guardare oltre, che accoglie e non esclude, che celebra la cultura e la libertà, che ha insegnato al mondo cosa significa essere davvero un faro di speranza.

E oggi? Oggi quella speranza sembra svanire, sopraffatta da una retorica pericolosa che rischia di annientare ogni valore che ha reso grande questo paese. Le scelte di politica sociale ed economica non solo tradiscono la tradizione, ma gettano nel baratro chi già lotta per la propria dignità. È il momento di dire basta. Non possiamo restare a guardare mentre l’America si rinchiude nel proprio egoismo, dimenticando il suo passato, ma soprattutto il suo futuro.

L’altra America

L’America che vogliamo è quella di ieri, quella che sognava, che creava, che accoglieva. Non quella che si chiude, che alza muri e solleva barriere. È tempo di scegliere quale America vogliamo, prima che sia troppo tardi.

Il bullo Trump ha autorizzato tanti piccoli bulletti, in giro per il mondo, a prendere coraggio. Orban, Netanyahu, Salvini, e tanti altri, sono l’espressione di una deriva che, se possibile, è ancor più pericolosa: una non-cultura, una disumanizzazione della politica che annienta ogni principio di giustizia, di equità, di solidarietà. La loro retorica è fatta di menzogne, paura, e intolleranza, un cocktail velenoso che alimenta divisioni, sospetti e conflitti. Non si tratta più di ideologie, ma di una visione distorta e devastante della realtà, dove l’altro è sempre il nemico, dove la diversità è minaccia, dove ogni conquista dei diritti umani viene ridotta a una sterile dichiarazione senza significato.

Le armi per abbattere i piccoli Trump

Questi personaggi, e il loro seguito, devono essere sconfitti, abbattuti, neutralizzati con le armi che davvero fanno paura: quelle della cultura, dell’umanità, dei principi dell’inviolabilità dei diritti umani. Sono queste le uniche armi che possiamo usare, le uniche che conosciamo davvero, quelle che parlano direttamente alle coscienze, che costruiscono ponti invece di muri, che portano speranza dove c’è disperazione. Sono le uniche che possono abbattere l’oscurantismo che questi leader stanno cercando di imporre. E sono anche le uniche che loro non possiedono, armi che non possono brandire, perché la cultura non può essere comprata e l’umanità non può essere corrotta.

Non possiamo permettere che la politica diventi un gioco di potere dove vince chi è più brutale, chi urla più forte, chi alimenta la paura. Dobbiamo rispondere con la forza delle idee, con la determinazione di chi sa che la dignità umana non è negoziabile, che la giustizia è un diritto per tutti, che la libertà è una battaglia che non si ferma mai. 

Solo così possiamo sconfiggere l’onda di odio e di ignoranza che sta travolgendo il mondo. Solo così possiamo costruire un futuro che non sia ridotto a una lotta per la sopravvivenza, ma un luogo di crescita, rispetto, e speranza per tutti.

1 Comment Lascia un commento

  1. Questo scritto deve essere pubblicato: che lezione!
    Come sempre La ringrazio per nutrire i miei pensieri, che oggi sono ancora più pesanti!
    Condivido appieno il Suo pensiero.
    Ancora grazie.
    Che meraviglioso linguaggio, che educazione, che pacatezza e che cultura.
    I Siciliani, grandi menti, cultura
    immensa, che si conferma anche
    con Lei.
    Lei conferma la grandezza degli scrittori Siciliani.

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