Un Paese ostaggio di una classe politica arruffona e improvvisata.
Quasi scontato dire tanto rumore per nulla ma c’era davvero qualcuno che credeva alle minacce di Renzi e al suo sparuto numero di ministri? A parte il resoconto di qualche cronista politico e a fantasiosi retroscena – ormai l’unica forma autorevole del giornalismo italiano – nessuno ha mai creduto alla fine del governo Conte, neanche Renzi e il suo entourage. Quel giorno, se dovesse arrivare prematuramente rispetto alla naturale conclusione della legislatura, per molti parlamentari potrebbe rappresentare la conclusione della carriera parlamentare e allora, statene certi, abbaiare alla luna, per adesso, è l’unico lusso che si possono permettere.
Ma il Paese può permettersi questa classe politica?
Il racconto di come è andato l’incontro tra il presidente Conte e il drappello renziano sembra scritto da Age & Scarpelli, autori delle più esilaranti commedie italiane. Come in una scenetta di Totò e Peppino, a un certo punto del vertice, Conte ha sbottato: “Ma chi ha detto che volevamo fare un emendamento alla legge di Bilancio?”. E la Boschi risponde: “Voi, all’articolo 184 della legge di Bilancio”. Conte ribatte: impossibile. La Bellanova chiede: “Ma ci prendete in giro?”. A quel punto, anche Riccardo Fraccaro e Roberto Gualteri, rispettivamente sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e ministro dell’Economia e delle Finanze, avrebbero fatto notare la cosa a Conte.
“Ma Gualtieri l’ha letto il Recovery Plan? “, durante l’incontro, durato oltre due ore, con la delegazione di Italia Viva, è trapelato che neanche il ministro dell’Economia ha letto il piano nel dettaglio.
Insomma, ci sarebbe da ridere a crepapelle se fosse che qui c’è in ballo il piano di aiuto economico più importante della storia repubblicana italiana.
Intanto ogni giorno si apprende di un nuovo bonus, dopo bici, monopattini e vacanze, in queste ore si è aggiunto quello sull’arredamento e sui rubinetti dell’acqua – non è una battuta di spirito –. E poi ci lamentiamo perché in Europa ci guardano con sospetto quando si parla di aiuti economici e sforamento del patto di stabilità.
Purtroppo, a voler cercare qualcosa di buono nell’opposizione, non c’è da stare tanto allegri. Salvini ha annunciato che passare il Natale con i clochard, la Meloni ha dato idea di come affronterebbe l’emergenza Covid e la necessità di far andare avanti l’economia: apertura dei centri commerciali per fascia di età. Insomma dalle 9 alle 10 i trentenni, dopo i quarantenni, nel pomeriggio i nonni.
Siamo un Paese fantasioso, pieno d’immaginazione, di splendide idee e una grande dose di fortuna e non ci resta che sperare sulla buona stella che tante altre volte ci ha salvato dalla sciagurata tendenza a farci del male da soli.